19 novembre – Spesso penso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno”, scriveva Vincent Van Gogh in una lettera al fratello, oggi il luogo immortalato nel dipinto “La notte stellata” è però illuminato da luci artificiali.
Il cielo notturno è patrimonio dell’umanità per l’Unesco ma difendersi dall’inquinamento luminoso è sempre più difficile. La luce artificiale è sempre più presente ed in aumento sul pianeta a un ritmo che va dal 2 al 6% all’anno, per produrla bruciamo idrocarburi e inquiniamo sia l’aria che il panorama.
Un Dark Sky Park, secondo l’Ida (International Dark-Sky Association), è un’area che possiede «una qualità eccezionale di notti stellate e un ambiente notturno che è specificatamente protetto per preservare il suo patrimonio scientifico, naturale, educativo, culturale e di fruizione pubblica». L’Ida è un’organizzazione nata nel 1988 da un gruppo di astronomi con l’obiettivo di proteggere e conservare il cielo stellato e l’ambiente notturno. I Dark Sky Park sono aree dall’altissima qualità dell’ambiente notturno, protette per “il loro valore scientifico, naturale, educativo, culturale e di fruizione pubblica. La maggior parte è negli Stati Uniti, in Europa ce ne sono una ventina e in Italia potrebbe presto nascerne uno in Alto Adige. Ridurre l’inquinamento luminoso non è solo per ragioni estetiche ma soprattutto per la salute umana e dell’ambiente. Alle piante la luce artificiale provoca un anticipo della germogliazione, disorientando, di conseguenza, insetti e uccelli. Un Dark Sky Park non serve quindi soltanto a godere delle stelle ma a educarci al rispetto della natura e a ridurre il nostro impatto sull’ambiente.