27 aprile – Da più parti in questi giorni si è levato l’appello a far sì che la fase di ripartenza, ormai imminente, dopo la fase di emergenza acuta da Covid-19 contempli una rinnovata considerazione delle tematiche ambientali. Un richiamo che ha unito il mondo scientifico e quello dell’attivismo ambientale, che ha ricordato in una lettera pubblica il rischio concreto di fare passi indietro nel contrasto al cambiamento climatico e in termini di rispetto degli obiettivi di contenimento dell’inquinamento al momento della ripresa delle attività che ci aspetta. La voglia di ricominciare potrebbe infatti spingere a lasciare in secondo piano questi aspetti, a vantaggio del recupero accelerato dell’operatività e della produzione industriale. Un ritorno massivo a forme di mobilità privata, con conseguente incremento dell’inquinamento, rischierebbe poi, secondo i firmatari dell’appello all’Italia, di far registrare nelle nostre città livelli di smog e polveri sottili anche superiori a quelli presenti prima della pandemia. La soluzione indicata dal documento siglato da circa cinquanta scienziati sarebbe quindi quella di orientare diversamente il nostro approccio al consumo, riformulando le nostre abitudini quotidiane a tutto tondo, dalle scelte comuni a quelle che riguardano la pianificazione del tempo libero e dei viaggi ricorrendo a modalità e servizi ecosostenibili.