20 dicembre – Quello che si sta per chiudere sarà ricordato negli annali meteorologici come il quarto anno con le temperature più calde da inizio Ottocento, ovvero da quando abbiamo dati a disposizione. Un dato che preoccupa gli esperti che segnalano come questo record sia imputabile all’inquinamento mondiale che avrebbe un effetto diretto sull’aumento di anidride carbonica in atmosfera e quindi sul riscaldamento terrestre. Quella del 2019 non pare purtroppo essere un’eccezione se pensiamo che la sequenza degli anni più caldi, da due secoli a questa parte, si concentra nei decenni più recenti (in particolare il 2015, il 2014 e il 2003). Un allarme climatico che riguarda da vicino anche il mondo dell’agricoltura, sempre più alle prese con stagioni difficilmente prevedibili ed eventi meteorologici estremi in sequenze temporali ravvicinate. Basti pensare ai tempi della semina e del raccolto che sono stravolti da improvvise gelate o periodi di siccità o dalla maturazione simultanea fuori stagione degli ortaggi.