Classificare i videogiochi solo come un mero intrattenimento per i ragazzi oggi è riduttivo. Il mondo dei videogames si sta aprendo infatti a nuove sfide offrendo opportunità di lavoro anche ai giovani.
Attualmente in Italia i giocatori di videogiochi sono 30 milioni. A differenza di prima, i players non si limitano solo a comprarli e giocarci ma cercano strade per progettare e produrre giochi nuovi. Le nuove opportunità di mercato che si possono aprire sono state colte da alcune università italiane che hanno deciso di investire inserendo, nel percorso formativo delle lauree magistrali in informatica, corsi che permettono agli studenti di imparare tecniche di programmazione e design di videogames. L’Università degli Studi di Milano, ad esempio, è stata una delle prime a inserire il corso di specializzazione “Videogame design e programming” che ogni anno attrae circa 70 studenti. Il percorso di studi permette al 43% degli studenti di entrare nelle aziende prima di discutere la tesi. Un altro esempio è il Master di primo livello dell’Università di Verona che permette agli studenti, grazie a un laboratorio dedicato, di realizzare interamente un videogioco.
I produttori del settore di tutto il mondo sono sempre più attenti a creare dei videogiochi che possano stimolare la conoscenza dei players: i vecchi giochi di guerra lasciano spazio a quelli “pacifisti” dove la missione è, ad esempio, quella di salvare vite o quella di imparare leggi della chimica per completare un puzzle.